Chi sono
Mi ricordo che cominciai ispirandomi ai modelli degli anni ’50, che per classe ed eleganza erano ineguagliabili. Le “grandi firme”, allora, non esistevano: si andava esclusivamente dal sarto che creava un modello solo per te. Purtroppo, a parte una spiccata propensione per il buongusto e per l’eleganza, non avevo granché dimestichezza con ago e filo… avevo, però, una gran voglia di imparare. Volevo riprendere i passi di mia nonna che aveva lavorato per le Sorelle Fontana negli anni 60? Forse…Ho cominciato con grande umiltà togliendo i fili in eccesso dalle cuciture delle camicie.Poi ho imparato ad attaccare i bottoni, con il ricamo a “croce” e poi con quello a “giglio”. Ho proseguito cominciando a disegnare i modelli dei polsini e, dopo tanto tempo, ho imparato a tagliare su modello. L’emozione che ho provato nel tagliare la mia prima camicia è indescrivibile…prendere in mano quella stoffa lunga, fredda… stenderla sul tavolo e segnare col gessetto le varie parti da tagliare: il dorso, i petti, la manica, le spalle e ancora…i listini, il colletto, i polsini…cominciare a tagliarla seguendo tutte le curve e vedere man mano che quella stoffa, un tempo priva di vita, comincia a prendere forma…cucirla con la Necchi 2 aghi, imbastire il colletto a mano prima dell’ultima cucitura e,una volta finita, tagliare le asole con lo scalpello per poi ricamarle a mano con il filo di seta. A ripensarci, ancora oggi mi vengono i brividi…Da quel giorno non ho più smesso di sognare… E ogni abito, ogni camicia che cucio nel mio piccolo laboratorio sono fatti con la stessa passione e lo stesso entusiasmo di quel ragazzo che ormai è diventato grande…